Ho appena installato la beta di Google Chrome, il browser di casa Google.
Per ora è disponibile solo per le piattaforme Windows XP e Vista.
A prima vista sembra molto leggero e funzionale e con un bel logo… 🙂
Sembra una graziosa copia di firefox con alcune funzionalità di Opera.
Aggiornamenti in corso d’opera e sotto stress…
Aggiornamento (o Update o persino Addendum!):
Cominciano le prime perplessità non tanto sul prodotto che, essendo in versione beta, non ha velleità da versione stabile e definitiva.
Sono le clausole sulla licenza d’uso meritano attenzione (si, quelle che non legge quasi nessuno).
Nella 12.1, ad esempio, si legge:
“Il Software utilizzato dall’utente può scaricare e installare automaticamente aggiornamenti resi disponibili di volta in volta da Google. Tali aggiornamenti sono studiati per migliorare, potenziare e ulteriormente sviluppare i Servizi e possono assumere la forma di correzioni bug, funzioni potenziate, nuovi moduli software e versioni completamente nuove. L’utente accetta di ricevere tali aggiornamenti (e autorizza Google a fornirli) come parte dell’utilizzo dei Servizi. “
Wait wait… Abbiamo letto bene? Direi di si. Diamo ampia autorizzazione a Google circa l’installazione degli aggiornamenti senza riservarsi la facoltà di intervenire autonomamente o rifiutarne l’applicazione.
La clausola 11.3 è ancora più controversa:
“L’utente riconosce che Google, nell’esecuzione delle operazioni tecniche necessarie per fornire i Servizi ai propri utenti, può (a) trasmettere o distribuire i Contenuti dell’utente su varie reti pubbliche e con vari mezzi e (b) apportare ai Contenuti dell’utente le modifiche necessarie per renderli conformi ai requisiti tecnici delle reti, dei dispositivi, dei servizi o dei mezzi di connessione. L’utente accetta che tale licenza dovrà autorizzare Google a intraprendere tali azioni. “
Di nuovo, si concede a Google l’autorizzazione a modificare o redistribuire a sua unica discrezione i contentuti delle proprie navigazioni, anzi, per essere più precisi, delle proprie attività svolte tramite Chrome.
Vi ricordo che spesso si controlla la propria casella postale via browser…
Poi il tripudio della clausola 17.
“17.1 Alcuni Servizi sono finanziati dalle entrate derivanti dalla pubblicità e possono visualizzare annunci pubblicitari e promozioni. Tali annunci pubblicitari possono essere mirati al contenuto delle informazioni memorizzate nei Servizi, a ricerche effettuate tramite i Servizi o ad altre informazioni.
17.2 Lo stile, le modalità e l’ambito degli annunci di Google sui Servizi sono soggetti a modifica senza specifico preavviso all’utente.
17.3 In considerazione della concessione da parte di Google all’utente dell’accesso e dell’uso dei Servizi, l’utente accetta che Google possa inserire tali annunci pubblicitari sui Servizi. ”
Ok, parliamo di privacy allora.
Quali informazioni raccoglie, quante e come le conserva al fine di propinarci merce attinente al contenuto dei nostri messaggi in mailbox o pertinenti alla nostra permanenza in rete? Fino a che punto di dettaglio avviene il tracciamento degli utenti?
Questo aspetto è particolarmente delicato soprattutto se contrapposto alla decantata modalità Incognito (presente anche nella nuova versione di IE8: Porn-mode ON).
Essa serve a garantire l’anonimato dell’utente durante la navigazione ma, evidentemente, solo nei confronti dei siti visitati e delle postazioni utilizzate ma non nei confronti di Google che continua il collecting pubblicitario non meglio specificato nei modi e nei fini.
C’era da aspettarselo ma è bene evidenziarlo.
NUOVO AGGIORNAMENTO 4/9 ore 12.20
Mi fa notare Tuxer (che ringrazio) che proprio ieri hanno cambiato l’EULA.
In particolare hanno rimosso la clausola 11.3 sopra descritta lasciando sol:
11.1 You retain copyright and any other rights you already hold in Content which you submit, post or display on or through, the Services.
Per approfondimenti, l’EULA integrale e un blog dove risponde Rebecca Ward, “Senior Product Counsel” di Google Chrome.