Sono cresciuto credendo nel valore della vita umana, a prescindere dal colore della pelle, della religione, nazionalità o chissà di quale altra differenza genetica o storico-culturale.
Le notizie che leggo sull’alluvione di Messina mi lasciano sgomento. Un disastro da anni annunciato dove lo Stato ha, come in altre occasioni e luoghi, le proprie responsabilità. Complicità, autorizzazioni facili, mancato controllo, inaccuratezza o, peggio, condoni. Per non supporre ipotesi ben peggiori e penalmente rilevanti.
C’è differenza tra le vittime del terremoto a L’Aquila, dell’attentato a Kabul e dell’alluvione a Messina? Perché questi ultimi non hanno “diritto” al lutto nazionale a differenza dei primi?
Sembra quasi che i 23 morti ed i 40 (le ultime notizie riportano questo dato a 9, per fortuna) dispersi di Messina non valgano i 6 soldati morti in guerra a Kabul.
Inspiegabile e imbarazzante, proprio come il silenzio delle istituzioni.
Nessun lutto nazionale, nessun numero unico per le informazioni o per la raccolta di eventuali fondi, nemmeno il minuto di silenzio in quello che viene ancora chiamato sport nazionale (appunto, non regionale, sarà per questo).
E pensare che Mike Bongiorno ha avuto i funerali di Stato…
Cosa c’è dietro questa vergognosa discriminazione senza precedenti?
Potrebbe sembrare che si voglia rimettere in discussione lo Statuto Speciale della Regione Sicilia, a naso.
Mi sbaglierò, sicuramente. Allora cos’altro?
Nel frattempo nel Nord del Bel Paese la tragedia viene vista con un certo distacco e il Governatore Lombardo verrà nominato Commissario per l’emergenza come da indicazioni del Premier.