Gli addetti ai lavori non perdono occasione per sensibilizzare gli utenti sui rischi del furto d’identità in rete.
L’indiscutibile vantaggio di avere un solo account per governare n servizi ha chiaramente il lato negativo di esporre *tutti* i servizi nel caso di violazione dell’account.
Un esempio per tutti: i servizi Google. Dopo varie ondate di violazioni proveniente apparentemente dalla Cina, a denunciare un furto d’identità è Byoblu di Claudio Messora.
Come potete leggere qui, da ieri non è più in possesso del suo account gmail con il quale, di fatto, governava TUTTI i servizi del gigante di Montain View.
Danno su danno visto che, dalle prime verifiche, sembra che abbiano rimosso l’account (con tutto ciò che questo comporta: contatti, mail, preferenze, youtube…).
Un grande in bocca al lupo a Claudio per la brutta situazione da recuperare: confido (o meglio, spero) in un supporto fattivo e collaborativo di Google stesso.
Lesson learned
I servizi cloud sono una realtà comoda ed economica ma dobbiamo imparare a non fidarci del tutto ed a valutare soluzioni di backup on the cloud direttamente proporzionale alla delicatezza dei dati che esponiamo.
2 thoughts on “Il furto d’identità digitale: Byoblu e Google – un caso reale –”