La festa della donna, oggi.

Non sono ancora negli “anta” ma a mia memoria non ricordo un periodo in cui la figura socio-culturale della donna ne sia uscita peggio dell’attuale.

Non sono convinto che questo risultato sia dovuto solo a delle reazioni a dei retaggi storici difficili da scrollarsi di dosso. Piuttosto, sono dell’opinione che sia anche frutto di un messaggio errato veicolato nel sociale sia dalla politica che dai mass-media, ambienti peraltro non facilmente distinguibili in Italia.

Secondo me oggi più che mai la donna dovrebbe riflettere e mettersi in discussione: emancipazione, indipendenza, pari opportunità sono tappe fondamentali da raggiungere e da consolidare laddove per fortuna già raggiunte ma non occorre però commettere l’errore di non badare agli strumenti utilizzati per raggiungerle.

Sogno iniziative a sostegno della donna che abbiano ricadute dichiarate e mirate per la società nella sua interezza. Come non arrivare a comprendere che sostenere una donna nel mondo del lavoro, ad esempio, significa sostenere la sua famiglia, il suo benessere ed il suo sviluppo?

Agli uomini dico di non preoccuparsi: finchè le donne useranno tette, culi, sesso e quant’altro possa sollecitare l’animale che c’è in noi per ottenere parvenze di benessere e soddisfazione non avremo nulla da temere: nonostante il potere che pensano di potere esercitare saranno totalmente in pugno.

Il problema, cari uomini, si paleserà quando si ostineranno a volere usare il cervello. Allora sì che dovremo lavorare e faticare per trovare nuovi equilibri.

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