Molti di voi sanno del mio pressoché disinteresse per il calcio e soprattutto per tutto quello che ci gira intorno da almeno un decennio ormai.
Essere avulso dal tifo e da qualsiasi fede calcistica (e non), aiuta, a mio avviso, a ragionare serenamente senza preclusioni o preconcetti.
Dovremmo intanto metterci d’accordo da un punto di vista semantico.
Chi è il giocatore di calcio in Italia? E nella nazionale?
Il concetto di gioco, da quando le squadre di calcio sono ormai quotate in borsa sembra avere cambiato senso e contesto e con gli interessi economici sempre maggiori direi che continuarlo a chiamare “gioco” sembra essere quanto meno una forzatura.
Se il calciatore è un giocatore che “gioca” mi sembra ragionevole (e anche invidiabile) che costui abbia trovato da vivere giocando. Viene retribuito per fare quello che più gli piace: giocare.
Se lo vediamo in quest’ottica, forse, milioni di euro l’anno, gioca o non gioca, panchina o campo o infermeria, mi sembrano un po’ tantini. Ah si, gli sponsor: lasciamoli fuori dal “gioco” al momento altrimenti diventa ancora più complicato.
Se invece sono professionisti, come molti di voi staranno giustamente obiettando, non è fuori dal mondo attendersi una retribuzione legata anche agli obiettivi raggiunti. Tutti i professionisti hanno degli obiettivi su cui sono misurati e valutati in base ai risultati realmente ottenuti: perché i giocatori di calcio no? Mistero, almeno per me.
C’è chi osserverà che i contratti con le squadre di calcio sono contratti di ingaggio liberi, tra soggetti privati e con cifre dettate proprio dalle dinamiche del calcio stesso.
Personalmente credo che queste “dinamiche” siano state manovrate a piacimento per far schizzare quotazioni, cartellini, ingaggi e indotto (vedi diritti televisivi, ad esempio).
Ad ogni modo, queste somme mi lasciano veramente basito ma quello che mi perplime ancora di più è vederle in ambito Nazionale di calcio.
Con il mondiale di calcio alle spalle abbiamo veramente toccato il fondo: allenatori milionari (3 milioni l’anno per Lippi se non erro) sconfitti da allenatori che guadagnano anche un dodicesimo (1/12: Weiss, CT Slovacco guadagna 250 mila euro l’anno).
Giocatori “professionisti” e soprattutto milionari che vengono sconfitti da squadre di semidilettanti.
Abbiamo veramente toccato il fondo.
C’è chi si indigna con Lippi per la scelta dei convocati e chi vede nell’ostinazione bianconera qualcosa che va oltre la miopia tattica. Non sono un esperto ma leggere alcuni articoli e trascrizioni di interviste, oggi, qualche piccolo dubbio lo lascia: vedremo.
L’ultima considerazione è relativa agli ingaggi ed alle spese sostenute dalla Nazionale.
- Chi paga?
- Chi paga Lippi?
- Chi paga i giocatori?
- Chi paga la sfilza di gente dello Staff in vacanza in Sudafrica?
- Come vengono pagati?
- Qual’è la parte legata agli sponsor (che paghiamo indirettamente noi) e quale invece ha fonte diversa?
Visto che rappresentano l’Italia nel mondo e che sono professionisti profumatamente strapagati non è possibile legare la loro retribuzione in nazionale ad un mero riconoscimento di obiettivi pattuiti? Rappresentare il Paese dovrebbe essere un privilegio e non un business ulteriore.
Ricordando la mission del CONI e di CONI Servizi Spa (partecipata 100% MEF) mi chiedo: è lecito chiedersi ed aspettarsi della trasparenza su quanto ci costa questo calcio e questa magnifica nazionale che rappresenta noi tutti nel mondo?
Lippi si prende tutta la responsabilità e Gattuso sintetizza: “Noi, cavalieri della vergogna”.
Fin troppo semplice. Ma riporre i soldini nella vaschetta?
2 thoughts on “Calcio e calciatori in Italia: professionisti o giocatori? E la nazionale?”