Che io sia particolarmente pedante e polemico quando “mi metto di buzzo buono” è noto.
Stavolta però sono stato costretto mio malgrado.
Dal 16 gennaio è possibile registrarsi al portale MIUR per effettuare – a breve – le iscrizioni online.
Effettua la registrazione e compilo i primi campi del lungo modulo.
Codice Fiscale. Ok!
Serve a identificarmi univocamente! Non mi chiederà nulla che non si possa evincere da esso!
Sbagliato!
Chiede comunque la data di nascita, il luogo di nascita, il sesso.
Mi chiedo perchè abbiano chiesto come primissimo campo il codice fiscale per poi chiedermi tutti i dati di cui si compone.
Dai, sono polemico e stanco.
Andiamo avanti con gli altri campi: non vedo l’ora di arrivare alla mail così finalmente uso la PEC.
NISBA. La CECPAC (citofonoPA, ricordate?) e/o la PEC non sono strumenti adatti a dialogare con la PA. (EH?)
Fatemi controllare per bene i dati perchè…
Fatemi capire.
Niente utilizzo intelligente del codice fiscale.
Niente utilizzo della CECPAC.
Niente utilizzo della PEC.
Niente modifica dei dati del proprio profilo.
In compenso, però, abbiamo – sito MIUR, per intenderci – la bellezza di 3 punti esclamativi (!!!) – peccato, mancano gli 1 alternati, vabbè – e per non farci mancare nulla, le vocali accentate sono tutte apostrofi, da buon newbie anni ’90.
Iniziamo bene MIUR, ed è solo la registrazione dell’account. Incrociamo le dita per la scelta della scuola.
#FAIL
*** ADDENDUM ***
Il codice fiscale non è stato utilizzato nemmeno come login. Quindi?