Sei triste?
No amore, solo un po’ distratto, scusami. Dimmi tutto.
Oggi in classe abbiamo parlato della scuola, dell’importanza degli studi e di cosa vogliamo fare da grande, che tipo di lavoro e anche che tipo di università, semmai…
Semmai? L’università serve eccome! Tu che lavoro vorrai fare, ci hai mai pensato?
Boh! Cambio idea spesso.
E’ normale alla tua età ma hai tutto il tempo che ti serve. Sfruttalo tutto e non avere fretta di crescere! L’importante è che tu capisca che devi studiare e lavorare sodo: nella vita e nel lavoro nessuno ti regala mai nulla ma se sei una persona che vale la spunterai tu, sempre!
Si si, capito. Allora quando poi sarò grande potrò lavorare con te?
Ahah, chi può mai dirlo! Comunque per lavorare nella PA devi superare un concorso. Devi studiare tanto tanto!
Ah si, quello che stai facendo tu?
Si, ne faccio diversi. Comunque quello a cui ti riferisci tu è una riqualificazione interna ma è di fatto un concorso.
E’ semplice? Dal nome sembra un gioco, una lotteria quasi un gratta e vinci!
Ahah! Non direi, anzi. Sono procedure rigorose che mettono in grado tutti di esprimersi al meglio e di fare emergere le migliori competenze tra i vari candidati così scegli i migliori.
E allora perchè parlavi prima con l’avvocato?
Per un ricorso, mi hanno escluso per fare posto ingiustamente, secondo me.
Ma non avevi detto che serve per fare emergere le competenze? Che serve studiare? Hai addirittura un master!
E’ un’altra storia. Capita ma non è la regola.
Ho capito. Adesso capisco anche perchè mamma non può lavorare da te ora che non le hanno rinnovato il contratto. Le manca il concorso!
Esatto! Nel pubblico si accede solo per concorso. La mamma invece rientra nella cosiddetta categoria dei precari, con lavori non stabili e duraturi.
Sai che anche il papà di un mio compagno è un precario?
Eh immagino amore, purtroppo non è difficile trovare casi analoghi.
Si ma lui mi ha detto che c’è una legge che trasforma i precari in fissi, non so bene ma lavora con un ministro.
Si, si chiama stabilizzazione. Dovrebbe dare stabilità a chi ha un contratto precario. Un impiego stabile come quello che ho io. E’ come se diventassimo colleghi.
Come quella di chi vince un concorso?
Esatto.
Ma non hai detto che per essere un tuo collega occorreva vincere un concorso? Avevo ragione a vederlo come un gratta e vinci allora!
Si amore ma questo è un caso strano, una specie di delega per certe figure professionali.
E perchè per mamma questa deroga non si può fare?
Perchè mamma non lavora per un ministro come il papà del tuo compagno.
Capito. Ma poi, mi spieghi perchè l’hanno licenziata?
Non l’hanno licenziata. Le hanno comunicato che all’imminente scadenza del contratto non chiederanno all’agenzia il suo rinnovo.
Agenzia? Ma non lavorava per uno studio legale?
E’ un po’ complicato. Lo studio chiede all’agenzia le persone che gli servono e l’agenzia le seleziona per conto suo.
Wow, che giro strano! Ma a che serve? Non era più semplice un accordo diretto con lo studio?
Lo Stato aiuta economicamente le aziende che si servono di queste agenzie per dare lavoro a chi non ce l’ha.
Si ma poi le licenzia! Secondo me non serve a niente!
In alcuni casi serve ma in altri no. E’ un meccanismo da rivedere anche secondo me.
Secondo me se lo Stato aiutasse economicamente le aziende che hanno un accordo diretto con le persone anzichè queste agenzie nessuno ci andrebbe e nessuno verrebbe licenziato. E’ ovvio che faccio quello che mi conviene di più! Questi vengono pagati per licenziarti? Boh?
Vero ma non è così semplice…
Semplice? Io di semplice non vedo nulla. Anzi, mi sembra tutto molto ingiusto e confuso.
Anche a me amore mio. Anche a me.
Molto bello.
È vero, è tutto molto ingiusto e confuso a dir poco. Non è solo per la questione della crisi, il male sta a monte. Negli ultimi anni si è consolidata una concezione dell’imprenditorialità e del lavoro dipendente sempre più simile a quella di inizio ‘900, con l’aggravante che tutto è perfettamente fatto alla luce del sole e in piena legalità. Non esagero.
Tanti auguri per tutto.
Grazie Niki.
No, decisamente non esageri affatto.
Trovo estremamente faticoso educare senza disilludere.